Norvegia, Liora Levi: “Vino italiano +30% rispetto al 2019. La percezione del prodotto è ancora ottima”

Con questa intervista alla sommelier norvegese Liora Levi, Enora inaugura la rubrica Vini & Mercati. In questo nuovo spazio dedicato ospiteremo alcune conversazioni in compagnia di interlocutori internazionali che ci racconteranno la situazione del mercato del vino nei rispettivi paesi di provenienza e come il prodotto-Italia è percepito specialmente in questa delicata fase post lockdown.

Liora Levi è una vera e propria autorità del vino in Norvegia. Alcune sue note biografico-professionali in breve: miglior sommelier di Norvegia nel 2013, wine writer per il magazine Maison Mat & Vin, wine expert per lo show norvegese God Morgen Norge su TV2, presidente dell’Associazione dei sommelier norvegesi, Head of Media & Communication per l’Association de la Sommellerie Internationale, attualmente al lavoro sulle riprese per la serie televisiva “Wine First!”.

Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione per una piacevole chiacchierata…

Qual è l’attuale situazione del mercato interno del vino in Norvegia?

A oggi il monopolio del vino è cresciuto del 40/45% su base annua. Questo non perché le persone bevano più del solito, ma perché non ci sono quasi vendite nei duty free nè vendite al confine con la Svezia, dove normalmente molte persone viaggiano per acquistare alcol a prezzi vantaggiosi.

Qual è la percezione del vino italiano e del “prodotto Italia” in generale in Norvegia? È cambiato qualcosa dopo la pandemia Covid?

Dopo i primi sei mesi del 2020 l’Italia è ancora leader del segmento dei vini rossi con oltre 3,5 volte le vendite della Spagna, al secondo posto di questa “classifica”. Si tratta di un incremento del 31% rispetto al 2019. Nel segmento dei bianchi l’Italia è al numero 3 nelle vendite con un incremento del 37% rispetto al 2019. Quindi possiamo affermare che qui in Norvegia la percezione dei vini italiani è ancora ottima.

Qual è la situazione dell’importazione di vino al momento? C’è domanda sul mercato?

In questo momento il monopolio vende tantissimo.

Più facile, con la consulenza Enora

Il mondo parla inglese, ma sogna italiano. Per chi lavora con un simbolo del made in Italy come il vino, le opportunità per conquistare nuovi mercati sono tutte da cogliere. Enora propone consulenze profilate per cantine e consorzi che desiderano esportare i propri vini.

Ci sono segnali di ripresa rispetto al periodo del lockdown o proiezioni di questo tipo per il futuro prossimo?

Finché i ristoranti resteranno aperti – ed è così dalla metà di maggio – gli importatori avranno i mezzi per vendere i loro prodotti. Tuttavia molti ristoranti non sono ancora tornati neanche alla metà della loro capacità e molti altri hanno dovuto chiudere per fallimento, cosa disastrosa per quegli importatori che hanno la maggior parte dei loro clienti in questo segmento.

Quali sono le principali paure dei buyer e degli importatori per il futuro prossimo e il 2021?

Gli importatori che non sono ben inseriti negli elenchi del monopolio temono un eventuale nuovo lockdown perché non avranno la possibilità di vendere ai ristoranti.

Pensi ci siano reali ed efficaci alternative a un nuovo possibile blocco delle importazioni causa Covid? L’online può essere una risposta e, se sì, come può venire in aiuto ai produttori e alle cantine?

A causa di una normativa sugli alcolici molto rigida in Norvegia non è facile promuovere il vino sia nelle vendite sia nelle degustazioni online per i consumatori. Ci sono effettivamente molte vendite sul web attraverso il monopolio, ma solo al monopolio è concesso di vendere secondo questa modalità, mentre ai produttori e agli importatori no. I produttori possono ovviamente vendere su internet verso la Norvegia, ma i consumatori devono pagare dazi molto alti sugli alcolici di importazione.