Etichettatura vini: sei conforme? L’esperto Mauro Di Cosimo ci aiuta a fare chiarezza

Quali sono le regole d’oro da seguire per ottenere la conformità di un prodotto vitivinicolo in caso di controlli? Non tantissime, in realtà, ma piuttosto rigide, al punto che il tema dell’etichettatura potrebbe risultare molto complesso anche ai produttori meno sprovveduti.

Per fare chiarezza su questo argomento, che interessa molto da vicino migliaia di cantine italiane, abbiamo interpellato un vero esperto. Si tratta di Mauro Di Cosimo, deus ex machina di Codivin, la più grande impresa specializzata privata italiana (autorizzata dal MiPAAF) che segue circa 800 aziende per le quali si occupa di fornire le corrette informazioni in materia di etichettatura, gestire il registro telematico di Cantina (sul SIAN, Sistema informativo agricolo nazionale) e assolvere a tutti gli adempimenti di settore (Codivin ha anche realizzato il portale Cantina Conforme al cui interno è possibile usufruire della conformità di etichettatura in più livelli e utilizzare specifiche ed esclusive utility per l’intero settore vitivinicolo Italiano).

«L’etichettatura dei prodotti vitivinicoli è una materia molto complessa – dice Di Cosimo – ma possiamo dire che esistono alcune regole “primarie” da seguire. Come prima cosa è importante analizzare con la massima cura ogni disciplinare e determinarne le singole prescrizioni di riferimento, specialmente per i vini a denominazione quali DOCG, DOC-DOP, IGT – IGP».

In Italia, ogni disciplinare di produzione per i vini “a denominazione” fonda su sei punti cardine:

  • Le prescrizioni sulla denominazione, dove sono specificate le tipologie ottenibili da quella denominazione (esempio: novello, frizzante, da uve stramature, ecc.)
  • La base ampelografica, vale a dire i vitigni
  • La zona di produzione delle uve (Comuni, territori, ecc.)
  • Le norme per la viticoltura (rese per ettaro e gradazioni minime stabilite)
  • Le norme per la vinificazione
  • Le caratteristiche al consumo, che rappresentano il pilastro di ogni singolo disciplinare e sono solitamente riportate all’articolo 6 degli stessi.

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«Ma attenzione – fa notare Di Cosimo – Tra le “caratteristiche al consumo” sono compresi anche i valori analitici del prodotto al consumo come il titolo alcolometrico minimo, l’acidità totale minima, l’estratto non riduttore minimo ed eventualmente altri parametri minimi garantiti per poter designare il prodotto secondo una specifica denominazione. Anche il sapore del vino – aggiunge – viene spesso inserito tra le caratteristiche al consumo. Quindi occhio alle definizioni tipo “secco, asciutto, amabile, dolce, abboccato” e via dicendo».

Un aspetto su cui porre particolare attenzione perché, per fare un esempio, il prodotto definito “dolce” deve contenere almeno 45 g/l di zuccheri residui.

Venendo all’etichettatura vera e propria, invece, si deve fare solitamente riferimento all’articolo 7 di ogni disciplinare perché, specifica Di Cosimo, «l’insidiosità della materia ci obbliga a porre la massima attenzione tanto sulle informazioni obbligatorie quanto su quelle facoltative».

Ma come si distinguono le informazioni obbligatorie da quelle facoltative? Ecco una suddivisione schematica.

OBBLIGATORIE:
(N.B. per i vini spumanti, i vini frizzanti e altri ve ne sono di ulteriori che possono essere prescritte)

  • categoria del prodotto (es.: Toscana/Indicazione geografica Tipica)
  • vitigno (es.: Sangiovese)
  • menzioni tradizionali (es.: Passito, Riserva, Superiore, ecc. anche se alcune sono solo ed esclusivamente per i vini DOCG, DOC-DOP)
  • Comune e Stato membro in cui l’imbottigliatore ha la propria sede
  • titolo alcolometrico (es.: 14% vol), senza dimenticare la tolleranza massima che è di 0,50% vol
  • provenienza (es.: Prodotto in Italia)
  • annata (obbligatoria solo per i vini DOCG, DOC-DOP)
  • volume del contenitore
  • numero del lotto
  • indicazione degli allergeni (es.: So2) con la dizione “Contiene Solfiti”


FACOLTATIVE:

  • abbinamenti
  • vitigni in caratteri minimizzati (Attenzione! I vitigni in caratteri minimizzati devono assicurare la tracciabilità dalla raccolta alla vinificazione attraverso il registro telematico SIAN che, come noto, è sottoposto a molteplici controlli da parte di diversi Organismi).

Insomma, è facile comprendere come lo scrupolo in materia di etichettatura non sia mai troppo: le prescrizioni da rispettare sono innumerevoli e molte di queste sono dettate dalla prassi. Ecco perché, in caso di dubbi, è sempre meglio rivolgersi a dei professionisti del settore.

Riferimenti utili:
https://www.codivin.com/ (sito Codivin)
https://www.cantinaconforme.wine (sito Cantina Conforme marchio di proprietà di Codivin)
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625 (elenco completo dei disciplinari di produzione dei vini italiani come indicato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali)